Associazione Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo

Musica come atto liturgico (riflessione in 7 tesi)

«In un momento si shock psichico, in un momento di terrore, di pericolo mortale o di gioia smisurata, l’uomo non si comporta “naturalmente”. L’uomo, in un elevato stato spirituale, si serve di segni ritmicamente articolati; si mette a ballare, a cantare».[1]

 

  1. La natura del rumore/suono (della parola e della musica) è corporea[2]: nella sua origine, nella sua consistenza fisica: “corpo sonoro”, nei suoi effetti (di modificazione corporea nell’ascoltatore).

 

  1. La distinzione tra rumore e suono non è convenzionale o arbitraria, ogni fenomeno sonoro è costituito con un’intenzionalità: questa permette all’ascoltatore di distinguere tra suono e rumore. L’intenzionalità del suono nella musica si articola, in un’intenzionalità complessa.[3] Questa intenzionalità costituisce come il principio vitale di ogni fenomeno sonoro.

 

  1. Il suono, la musica, la parola hanno una potenza “magica”, sono in grado di pro-durre presenze e di agire efficacemente sugli ascoltatori. Sono la presenza costante al soggetto del mondo sub specie soni. I fenomeni sonori sono costitutivamente “comunionali” e “mistici”: sono una condizione dell’esperienza trascendentale originaria di unione tra soggetto e oggetto.[4]

 

  1. La fenomenica sonora è parte necessariamente costitutiva dell’esperienza religiosa[5], ne condivide dunque tutte le proprietà. L’esperienza religiosa si dà anche a livello sonoro. Il fondamento della teologia del suono potremmo dire che sia – mutuando da R. Otto – il “Numinoso sonoro”: il sacro si manifesta anche come rumore, boato, suono, musica, silenzio ecc.

 

  1. Gli atti sonori umani, quali canto/musica e parola sono atti corporei[6]: la musica e il canto (e la parola) sono l’aspetto sonoro della danza (e del gesto), la danza è l’aspetto gestuale pieno della musica e del canto.
  • Corollario: La parola nasce nel canto[7], e il gesto dalla danza, quali loro “stilizzazioni”, entrambi questi ultimi, infatti, manterrebbero gli elementi dinamici, ritmici e fonetici dei primi.

 

  1. Rito e suono sono originariamente uniti, partecipano l’uno dell’altro: l’intenzionalità costitutiva del rito è la medesima di quella della fenomenica sonora rituale. Ovvero, il canto, la musica, la prosa i suoni e rumori rituali non nascono neutri per poi essere applicati al rito, o sono (o li si riconosce come) costitutivamente rituali o non possono esserlo.

 

  1. Gli atti sonori, sia semplici (rumori e suoni) sia complessi (musica e parola), sono costitutivi dell’atto liturgico, in quanto essi sono un ambito integrale dell’esperienza religiosa e rituale.

 

 

  1. Bibliografia

Antonietti, Alessandro, Significati musicali. Come la mente pensa i suoni, EduCatt, Milano 2006.

Bonaccorso, Giorgio, L’estetica del rito, San Paolo, Cinisello Balsamo 2013.

Grotowski, Jerzy, Per un teatro povero, Bulzoni, Bologna 1970.

Florenskij, Pavel, Il valore magico della parola, in Id., Il valore magico della parola, Medusa, Milano 20032.

Schaeffner, André, Origine degli strumenti musicali, Sellerio, Palermo 19992.

Serra, Carlo, Musica Corpo Espressione, Quodlibet, Macerata 2008.

Tagliaferri, Roberto, La tazza rotta, Messaggero, Padova 2009.

Terrin, Aldo Natale, Preghiera ed esperienza religiosa, Cittadella, Assisi 2014.

  • Leitourghia. Dimensione fenomenologica e aspetti semiotici, Morcelliana, Brescia 1988.



[1] J. Grotowski, Per un teatro povero, Bulzoni, Bologna 1970, pp. 23-24.

[2] C. Serra, Musica Corpo Espressione, Quodlibet, Macerata 2008, in particolare pp. 98-137; P. Florenskij, Il valore magico della parola, in Id., Il valore magico della parola, Medusa, Milano 20032, pp. 49-74.

[3] Cfr. A. Antonietti, Significati musicali. Come la mente pensa i suoni, EduCatt, Milano 2006, pp.9-16.

[4] Cfr. P. Florenskij, Op. cit.

[5] A.N. Terrin, Preghiera ed esperienza religiosa, Cittadella, Assisi 2014, pp.48-49.

[6] «Da una parte il canto, prodotto, così come il linguaggio, dall’apparato vocale; dall’altro la musica strumentale, nata, con la danza, dal movimento corporeo», C. Serra, Op. cit., p. 100; G. Bonaccorso, L’estetica del rito, San Paolo, Cinisello Balsamo 2013, pp. 215-223; A. Schaeffner, Origine degli strumenti musicali, Sellerio, Palermo 1999.

[7] R. Tagliaferri, La tazza rotta, Messaggero, Padova 2009, pp. 272-273.