PRESENTAZIONE
Con il XLIX convegno liturgico-pastorale, indetto dalla nostra Associazione nell’anno 2008, abbiamo voluto affrontare una questione di grande attualità, in parte sollevata anche dall’Esortazione apostolica Sacramentum caritatis: il rapporto fra arte e liturgia. In particolare, vorremmo rispondere a questa domanda: come l’arte contribuisca a suscitare un clima di spiritualità nei fedeli riuniti per celebrare le sacre liturgie.
Con l’aiuto dei relatori di quel convegno, si è cercato di scoprire come il “luogo liturgico” arrivi ad esprimere un itinerario mistagogico-spirituale, a partire dal dato storico-teologico (il significato del tempio nella rivelazione cristiana e il mistero del tempio nella tradizione post apostolica e patristica) fino ad arrivare alle attuali realizzazioni d’architettura liturgica.
L’impresa non è stata facile, soprattutto per quanto riguarda il rapporto architettura-arte-significati spirituali relativamente alle realizzazioni dell’architettura moderna.
Pensiamo di aver contribuito, con il nostro sforzo ed impegno, attraverso le relazioni di illustri studiosi, a fornire notizie utili al fedele profano d’arte, in modo da metterlo in grado di gustare l’opera artistica e anche attraverso questa, d’arrivare ad una preghiera profonda, ad una “immersione” nel divino. Come afferma mons. Antonio Donghi nella sua introduzione al Convegno:
«I fedeli perciò dovrebbero fare l’esperienza dell’abitare nel divino e con il divino, per maturare in un fecondo processo di rigenerazione esistenziale. In tal modo si crea una feconda dialettica nella relazione tra uomo e spazio, dove il desiderio di esistere in modo evangelico stimola ad abitare nel luogo di culto nella prospettiva di una progressiva identificazione dei due ambiti che avrà luogo nella Gerusalemme celeste.
La partecipazione attiva alla liturgia troverà sicuramente giovamento, se il contesto architettonico ed iconografico aiuterà i celebranti a crescere nella comunione, attraverso la contemplazione teologale della storia della salvezza».
Antonio Donghi