Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell'altopiano, scese a Èfeso. Qui trovò alcuni discepoli e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo». Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?». «Il battesimo di Giovanni», risposero. Disse allora Paolo: «Giovanni battezzò con un battesimo di conversione, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù».
Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare. Erano in tutto circa dodici uomini. (At. 19,1-7)
Iniziamo con gioia e con entusiasmo questa novena di preparazione e di attesa per prossima festa di Pentecoste.
Il brano degli Atti degli Apostoli che ho posto all’inizio serve a metterci nella prospettiva giusta e a porci una domanda fondamentale: ‘Ma lo Spirito Santo per noi esiste e sappiamo chi è e cosa fa?’. La domanda è brutale e la risposta è certamente positiva almeno per la prima parte. Eppure c’è la sensazione che lo Spirito santo in realtà è marginale rispetto alla fede e che la sua azione non sia per niente chiara. Sono molti i motivi storici e anche culturali per cui c’è questa assenza pratica dello Spirito santo nel vivere la nostra fede; a noi qui non interessano se non per dire che vorremmo che questa Pentecoste fosse davvero speciale come specialissimo è il tempo civile, culturale ed ecclesiale che stiamo vivendo. La società civile è a brandelli cioè non ha più punti veri e condivisi di riferimento; la cultura è entrata nel tritacarne di quella che Maritain chiamava la ‘cronolatria fenomenologica’, cioè quel fenomeno infantile per cui solo l’attimo ha valore e quindi nulla ha valore e il ‘giornale di ieri’ è già carta straccia ed è superato. Così non si costruisce sulla roccia ma sulla sabbia friabile. Non ci sono veri maestri ma solo ‘fenomeni’ momentanei; la Chiesa è attraversata da fremiti interni di paura, di tensioni e rotture, da una sorprendente difficoltà di discernimento comunitario che le fanno mancare una vera visione di insieme forte, coraggiosa, condivisa e quindi capace di una vera comunione.
Per tutto questo mi vien da dire che questo …è il tempo dello Spirito santo. Lui è persona viva e fonte dell’energia spirituale che santifica gli esseri umani e mette nella creazione intera i germi della ri-creazione.
Lo Spirito santo è luce e fuoco che illumina il cammino e scalda il cuore; è lo Spirito che fa esistere la Chiesa, Sposa dell’Agnello una, santa, universale e visibile nel fondamento apostolico. È lo Spirito che dona la fede, la speranza e la carità che sono le energie e le forme di vita che rendono possibile l’essere cristiani.
Abbiamo celebrato la Pasqua ma ci manca ancora qualcosa; potrebbe essere che la Risurrezione riguardi solo Gesù; noi non abbiamo nessuna esperienza della Resurrezione che, per definizione, conoscono solo quelli che noi chiamiamo morti. Noi speriamo di risorgere ed è una speranza che nasce dalla fede in Gesù Redentore e che alimenta la carità tra le sorelle e i fratelli. Questa è l’azione dello Spirito santo. I cristiani sono donne e uomini spirituali cioè persone che vivono per la forza e l’energia dello Spirito che apre il cuore alla verità, tutta intera, del nostro mondo, dell’universo e della vita di ciascuno di noi.
Una fede che non incontra lo Spirito, persona viva e vivificante, diventa sterile e si illude di poter impegnarsi nel vivere di fede, speranza e carità come se fossero virtù da acquisire con l’impegno e con il ripetere alcuni atti.
In realtà la donna e l’uomo spirituali sanno che le virtù teologali sono ‘abiti’ ricevuti dallo Spirito con la veste bianca del Battesimo.
Amare, pregare e adorare lo Spirito santo non è frutto di una particolare ‘devozione’, ma è la condizione perché diventi reale lo stare con Gesù. Senza Spirito santo non è possibile essere cristiani; per questo ci vuole, dopo il sigillo battesimale, la conferma della Cresima.
Le riflessioni di questa Novena non seguiranno uno sviluppo organico ma saranno come piccoli tratti che hanno il compito di spingere per la costruzione di un proprio disegno personale e poter pregare, adorare e contemplare lo Spirito santo e la sua opera generativa nell’universo, nel mondo e nel cuore di ogni donna e uomo che vivono sulla terra.
Cercheremo di vedere come si comunica a noi la santità dello Spirito e come lasciar crescere in noi il dono ricevuto. Partiremo con alcune delle immagini con cui si è soliti rappresentare lo Spirito e da lì vedremo alcune azioni che lo Spirito compie nella Chiesa e in noi.
Ricordo che lo Spirito è dolcezza, sottigliezza, discrezione silenziosa. Per capire qualcosa di lui bisogna sottrarsi alla tentazione di esperienze eclatanti e accontentarsi (si fa per dire) dei mille segni misteriosi della sua presenza che ci appaiono nel nostro vivere quotidiano.