Associazione Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo

La spiritualità dell'Avvento

L'anno liturgico è essenzialmente la “memoria” dell'evento Cristo Risorto e degli altri misteri che hanno caratterizzato la sua vicenda terrena. Nello scorrere del tempo Cristo sta al centro perché la sua presenza venga vissuta dalla comunità che in lui crede, in lui celebra la propria fede mediante l'azione liturgica e in lui spera, nella prospettiva d'essere trasfigurata nella liturgia celeste. La chiesa convoca l'assemblea perché la vita di ogni credente sia progressivamente trasfigurata in Cristo Gesù. Per questo l'anno liturgico mette in luce l'esigenza di dare spazio vitale allo Spirito del Cristo, presente nel quotidiano vivere del cristiano. Egli, mentre vive presso il Padre e intercede per noi, è contemporaneamente presente tra noi ed esercita la sua signoria come principio di vita e di redenzione, portando al suo pieno compimento la storia della salvezza.

Questa "misteriosa"presenza di Cristo nell'anno liturgico è percepita nella preghiera della chiesa e viene espressa attraverso il linguaggio liturgico, che rappresenta un elemento fondamentale per dare forma concreta e creativa al cammino dell'anno liturgico. Esso infatti testimonia la fede che anima la comunità dei credenti, diventa l'espressione dell'esperienza che la comunità celebrante fa del Risorto.

Il dono dell'attesa

La gioia d'accostarci ai testi del messale e della liturgia delle ore ci aiuta ad accedere nella verità al significato del tempo dell'avvento, poiché non dobbiamo lasciarci distrarre dalla pietà popolare che non sempre è bene allineata con i testi che la chiesa ci propone. Lo stesso termine “avvento” racchiuderebbe in se stesso una sottolineatura molto limitata quando ci si fermasse al senso del semplice attendere. Infatti nella celebrazione della liturgia occorre sempre ricordare la sua visione sintetica della storia della salvezza come ieri, oggi e domani del rivelarci sacramentale della vita trinitaria. Gesù che è il compimento delle attese dell'antico testamento, è colui che è veramente presente in mezzo a noi per farsi attendere nella venuta gloriosa alla fine dei tempi.

Il testo del primo prefazio di avvento si rivela estremamente significativo.

Al suo primo avvento nell'umiltà della nostra natura umana, egli portò a compimento la promessa   antica e ci aprì la via dell'eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore della gloria e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nella preghiera.

 

La peculiarità e lo scopo di questo testo prefaziale è quella di presentare la realtà salvifica della venuta di Cristo ed inserire l'avvento liturgico in una prospettiva storico-dinamica. Il Signore, che è presente nella comunità celebrante, mentre stimola i fedeli ad entrare nel regime della storia della salvezza, diviene il punto di partenza per l'incontro finale e glorioso. Il dono della salvezza in Cristo già presente in modo perfetto, è ancora oggetto della nostra speranza, di una vitalità divina in noi fino al momento del Dio tutto in tutti.

La chiesa, sua volta, perché i cristiani non perdessero questo orientamento verso il mistero della gloria, ci ha offerto un secondo prefazio d'avvento per stimolare la nostra attesa, rendendola sempre più evangelica.

Tu ci hai nascosto il giorno e l'ora in cui il Cristo tuo Figlio,Signore e giudice della storia, apparirà sulle nubi del cielo rivestito di potenza e splendore. In quel giorno tremendo e glorioso passerà il mondo presente e sorgeranno  cieli nuovi e terra nuova.

Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell'amore la beata speranza del suo regno.

Nell'attesa del suo ultimo avvento insieme agli angeli e ai santi cantiamo unanimi l'inno della tua gloria

Attualizzazione eucaristica

In questa prospettiva escatologica ci orienta la stessa celebrazione  eucaristica nell'orazione dopo la comunione della medesima prima domenica di avvento.

       La partecipazione a questo sacramento , che  a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiana della vita,  ci sostenga, Signore, nel nostro cammino e ci guidi ai beni eterni.

Da una simile preghiera intravediamo come la celebrazione del tempo d'avvento rappresenta la luce che guida ogni giorno alla riscoperta del valore autentico della vita. Vi riscopriamo una lettura orante della concezione evangelica della storia e il principio di ogni scelta esistenziale. Il clima eucaristico a tale scopo risulta estremamente significativo.

L'eucaristia ci aiuta ad inserire la nostra esperienza di fede nella totalità del mistero di Cristo, in quanto la temporalità della vita del Cristo viene attualizzata oggi e inserita nella nostra storia. Nell'avvento la celebrazione eucaristica vive l'attesa di un futuro che diviene sempre più presente, ne fa pregustare la gioia, ne annuncia la speranza. La comunità ecclesiale, mentre celebra l'avvento, attende il compimento della comunione finale e definitiva con Dio. E' il senso stesso dell'acclamazione che ci accompagna ad ogni celebrazione eucaristica, quando il presbitero acclama Mistero della fede e l'assemblea risponde Annunciamo la tua morte,  Signore, proclamiamo la tua risurrezione , in attesa della tua venuta.

 

L'incarnazione nella vita dei discepoli

Davanti al Cristo che sta per venire e che è presente nella comunità cristiana, nascono nei credenti alcuni atteggiamenti fondamentali perché l'attesa-accoglienza del Signore vengano celebrate con fecondità teologale. Non è possibile vivere profondamente l'incontro con Cristo senza essersi progressivamente conformati alla sua esistenza, soprattutto alle sue dinamiche interiori e spirituali.

L'avvento ci offre soprattutto una visione del Cristo che si fa storia per farci camminare con verità verso l'incontro definitivo in lui con il Padre. Il Padre, a sua volta, nella gratuità del suo piano, ha impresso nel tempo un'evoluzione storica per ricreare il mondo e ha collocato il Figlio nella storia. Il credente, se vuole situarsi in questa prospettiva storico-salvifica deve attendere la venuta escatologica, lasciandosi guidare dallo Spirito, amando la storia, facendola progredire fino alla pienezza dei cieli nuovi e della terra nuova (cfr 2 Pt 3,13;Apoc 21,1).

Con la sua venuta sulla terra, il Cristo ha aperto all'uomo il passaggio all'eternità; in modo corrispondente l'uomo deve porsi in un determinato atteggiamento per inserirsi nella realizzazione delle promesse divine. In avvento il cristiano viene fortemente richiamato a prendere viva consapevolezza che la storia della salvezza è l'incarnazione quotidiana del dialogo tra un Dio trinitario innamorato dell'uomo e un uomo che attivamente si lascia avvolgere nella nube della divina benevolenza.

In questo ambito scaturiscono atteggiamenti di accoglienza del mistero, di conversione, di attesa, di gioia, di perseveranza, di ricerca della novità vera dell'uomo che desidera superare la situazione di buio in cui si prova per collocarsi in una condizione di speranza.

Per rendere autentico l'incontro con il Cristo nella sua venuta finale, lo stesso Redentore anima il cammino della comunità perché viva di quella gioia che è l'anima della vigilanza e della lode. Il cristiano inoltre fa proprio lo spirito dell'avvento perché si sente animato da questa grande speranza: il destino di Gesù diventerà la sua storia ed egli stesso con lui e in lui farà della storia un mezzo di salvezza per l'umanità intera. La partecipazione poi ai divini misteri realizza e anticipa l'unità definitiva e totale con il Padre in Cristo nella potenza dello Spirito Santo.

 

Conclusione

La liturgia celebra nel mistero dell'avvento il Cristo che è venuto, viene e verrà. Le preghiere presenti nei libri liturgici e i testi del lezionario ci aiutano a cogliere tutta la ricchezza del Mistero, perché la comunità ecclesiale vi si possa conformare. La certezza della presenza del Risorto nel mistero della celebrazione rappresenta la chiara convinzione che la fedeltà del Padre si sta di nuovo rivelando nell'invio del Figlio; lo Spirito Santo ci rinnova in questa certezza attraverso il mistero della chiesa.

Fondandosi sulla presenza del Cristo nella storia e animata dalla sua presenza nel quotidiano e nel feriale, l'assemblea liturgica nella celebrazione eucaristica  diviene il luogo in cui Dio accompagna la sua chiesa verso la sua piena realizzazione escatologica. Il cristiano in tal modo riscopre la propria vocazione: una progressiva cristificazione come conseguenza della fede annunciata, ascoltata, accolta, pregata, celebrata. Tutto questo sollecita il credente a rinnovare in se stesso le condizioni per accogliere il Signore  e per attenderlo alla sua venuta alla fine dei tempi. 

mons. Antonio Donghi