La celebrazione della solennità della Pentecoste conclude l'intero itinerario della celebrazione del tempo pasquale, nel quale la comunità cristiana si è lasciata condurre nella riscoperta del gusto d'essere innestata nel mistero del Risorto. I brani biblici del lezionario e dell'ufficio delle letture a tale proposito si rivelano particolarmente significative. La successione dei diversi testi mettono in luce la grandezza dell'esperienza trasfigurante del Risorto, che anima l'intero tempo pentecostale dei cinquanta giorni.
La lettura del vangelo di Giovanni concentra l'attenzione della comunità sulla presenza sacramentale del Cristo nella comunità cristiana. Lo scorrere della narrazione degli Atti degli Apostoli ci aiuta a vedere la meravigliosa creatività dello Spirito nel cammino della chiesa. A sua volta, la lettura della prima lettera di Pietro evidenzia come nella dinamica del martirio, che è il contesto dello scritto apostolico, i cristiani si sentono chiamati a vivere il dono della rigenerazione battesimale. Nello stesso tempo essi sono invitati a riscoprire la bellezza dell'amore cristiano, che deve animare la vita di ogni discepolo, come mette bene in luce la prima lettera di Giovanni. Il tutto infine deve essere vissuto in un clima escatologico nel quale si inserisce il libro della Apocalisse.
Una simile vitalità permette ai battezzati di gustare la gioia di appartenere al Cristo nella comunione propria della chiesa, in modo da rendere l'esistenza una testimonianza vitale della presenza del Cristo nello scorrere del tempo.
A tale proposito si rivela sicuramente interessante il rapporto con la tradizione ebraica. La festa della pentecoste, giudaica, riletta in termini storico-salvifici con il Libro dei Giubilei ( II sec prima di Cristo), metteva in luce il dono della legge al Sinai. Con la Pentecoste cristiana si avverte il senso dell'essere battezzati: essere docili alla Spirito che anima la chiesa per dire la signoria del Cristo nella storia. Infatti il linguaggio scritturistico che illumina l'evento della conclusione dei cinquanta giorni sottolinea l'idea di pienezza: pienezza di tempo e di luogo che s'incarna nella pienezza spirituale dei battezzati. Qui siamo di fronte al traboccare dell'azione divina che accompagna i discepoli di Gesù nel cammino della loro esistenza. Chi vive del Risorto, nella potenza dello Spirito Santo fa traboccare l'esultanza propria della testimonianza dei primi cristiani, espressa molto bene nell'immagine della ubriacatura di vino. Chi vive l'entusiasmo della fede avverte in se stesso l'urgenza di comunicarla e di condividerla per lo sviluppo di un mirabile processo di fraternità per entrare, nello Spirito Santo, nella profonda conoscenza di Gesù e in tal modo accedere alla contemplazione del volto del Padre.
La descrizione degli avvenimenti della Pentecoste rappresenta allora il parametro che anima la vita della chiesa in tutte le sue componenti:
- nello Spirito troviamo l'anima, la luce e l'energia di ogni scelta morale,
- nella comunione viviamo la fraternità interpersonale, in cui ogni uomo realizza se stesso,
- nella persona di Gesù riscopriamo giorno per giorno il senso della vita, poiché abbiamo la vocazione ad essere ricapitolati in lui e nella sua pasqua,
- nel desiderio del volto del Padre cresciamo nel desiderio che anima il cammino quotidiano verso la pienezza della vita.
In tal modo l'apertura sul tempo ordinario non sarà altro che il diffondersi nel tempo e nello spazio della grandezza del dono della salvezza in Cristo Gesù che ama ogni uomo e che attraverso la chiesa vuol far prendere coscienza all'umanità tutta che l'amore delle tre Persone divine inonda di esultanza il mondo intero e che la speranza teologale dà conforto nel presente tormentato della storia umana.