Dall’ampio materiale predisposto dal Gen Verde per la raccolta Il mistero pasquale. Canti per la liturgia del Triduo Santo (Citta Nuova, 2011) recuperiamo un brano pensato specificamente per il Giovedì santo e per il rito della Lavanda dei piedi.
Il testo si presenta con una struttura di due strofe più un ritornello, ed è una bella invocazione a Gesù, meditando sui gesti narrati dall’evangelista Giovanni (cap. 13) che narrano della scandalosa prossimità del Signore ai suoi discepoli ed anticipano i drammatici eventi della Passione.
Nel ritornello, eco anche di altre pagine della Scrittura, è esplicitata la richiesta, certo non facile da esprimere, eppure necessaria: “Fa’ che impariamo, Signore, da te”; essa rende in modo chiaro l’urgenza di una memoria viva e la provocazione sempre aperta della logica evangelica al servizio.
Le due strofe contengono immagini assai efficaci, capaci di interpretare ed attualizzare il segno della Lavanda: il grembiule è “il manto tuo regale”.
La struttura melodica è semplice ma non banalizzante, alla portata di assemblee minimamente attrezzate; l’armonizzazione proposta, a tre voci, impreziosisce senza appesantire tutto il canto. L’accompagnamento strumentale indicato nello spartito non è complesso da eseguire.
Servire è regnare
(t. P. Stradi – m. N. L. Uelmen, M. T. Henderson, J. K. Belamide)
Guardiamo a te che sei
Maestro e Signore:
chinato a terra stai,
ci mostri che l’amore
è cingersi il grembiule,
sapersi inginocchiare,
c’insegni che amare è servire.
Fa’ che impariamo, Signore, da te
che il più grande è chi più sa servire,
chi s’abbassa e chi si sa piegare,
perché grande è soltanto l’amore.
E ti vediamo poi,
Maestro e Signore,
che lavi i piedi a noi
che siamo tue creature;
e cinto del grembiule,
che è il manto tuo regale,
c’insegni che servire è regnare.
Fa’ che impariamo, Signore, da te…