Il termine liturgia indica l’attività a favore del popolo nei riguardi della divinità.
Fin dall’antichità l’uomo ha sentito il bisogno di rivolgersi alla divinità attraverso dei mediatori che lo rappresentassero dinanzi a Dio o gli dei.
Per gli uomini antichi la liturgia iniziava ai ‘misteri’ cioè qualcosa di ‘silenzioso, nascosto’ cui solo gli iniziati potevano avere accesso.
Anche il popolo eletto dell’Antico Testamento aveva bisogno di Mosè, di Aronne e dei sacerdoti della sua tribù per realizzare l’incontro con Dio.
La venuta di Gesù Cristo ha sconvolto questo stato di cose: è Lui il sommo mediatore, colui che ha manifestato il volto del Padre e ci ha introdotto nel seno della Trinità.
Partecipando il suo potere agli apostoli ha dato la possibilità di vivere sacramentalmente la presenza di Dio.
Fate questo in memoria di me (Mt 26,26-29)
A chi perdonerete i peccati saranno perdonati (Gv 20,19-31)
Quando pregate dite Padre nostro (Lc 11, 1-4)
E san Giovanni sintetizza: Figliuoli miei, vi scrivo queste cose, affinché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo il Giusto (1 Gv 2,1)
Il termine mistica indica chi ha un contatto consapevole con la divinità. A differenza della liturgia che indica la tensione dell’uomo a Dio, la mistica indica piuttosto l’accoglienza di un dono gratuito, passivo e immediato di Dio. E’ un dono gratuito, ossia non il termine di un cammino dell’uomo verso Dio, né ‘pagabile’ con qualsiasi ‘merito’ dell’uomo. Come la creazione di un nuovo bimbo esige solo la collaborazione del padre e della madre, ma non può prescindere dal volere di Dio, così la redenzione che fa l’uomo figlio di Dio in Gesù Cristo non può essere ‘comprata’ da nessuno. Dio crea l’uomo a sua immagine nella gratuità assoluta.
E’ un dono passivo, ossia per quanti sforzi possa fare una creatura non avrà mai il potere di diventare dio : lo si diventa solo per partecipazione dove come afferma san Bonaventura c’è l’attività del desiderio, ma la passività dell’accoglienza. Il desiderio di Dio è anch’esso dono, dice santa Teresa di Lisieux, ma l’uomo accetta in atteggiamento di gratitudine cosciente tale dono.
E’ un dono immediato. Le mediazioni umane, compresa la liturgia, da sole non bastano per vivere alla presenza di Dio. Dio si rivela e rivela il suo mistero all’uomo direttamente se vede un cuore aperto e amante.
Nondimeno la liturgia resta il luogo teologico per eccellenza in cui entrare in contatto con l’azione salvifica di Dio e essere avvolti dal suo mistero, un mistero che trasforma rendendo vivo ed efficace il rapporto con il Dio invisibile, immenso, ineffabile.